Perché sarebbe meglio non bere acque clorate ?
Ingerire il minor quantitativo di sostanze chimiche dovrebbe essere un obiettivo da perseguire, per farlo è necessario conoscerle e sapere in quali prodotti ed alimenti sono contenute. In questa puntata sul cloro vorrei soffermarmi su quanto ne abbiamo in casa, dal gel per disinfettare le mani, alla candeggina per smacchiare, nei prodotti per piscina. Da ricordare è la quantità di ipoclorito di sodio, o di suoi derivati, stabilita dalla legge per l'acqua potabile, con cui ci laviamo, cuciniamo, e ci dissetiamo.
Nell'utilizzo domestico le percentuali contenute nei prodotti sono minime, e non superano il 10% del volume, per la candeggina il limite è del 5%. In ambito professionale l'esposizione e la concentrazione aumentano, lo si nota nelle piscine coperte, dove lo si percepisce nell'aria interna all'edificio. Molti prodotti a base di cloro sono usati nella ristorazione, per la disinfezione delle superfici, per igienizzare gli strumenti e le attrezzature di lavoro, come acido disincrostante. Le problematiche che causa derivano sia dall'inalazione, che dall'ingestione; i risultati di studi e test lo dimostrano, tanto che anche i produttori di cloro riportano, in apposite tabelle, i sottoprodotti nocivi. che il cloro crea direttamente al contatto con virus, batteri patogeni, pesticidi, erbicidi, concimi chimici, tanto da inserirli nelle schede prodotto, definiti THMS idrocarburi clorati.
Conoscere è il primo passo per agire verso la giusta direzione, nelle prossime puntate, affronteremo nel dettaglio il cloro, introducendo anche le possibili soluzioni alle problematiche causate agli organismi biologici, di cui l'essere umano fa parte.
https://old.iss.it/binary/inte/cont/9_Moretti.pdf
https://old.iss.it/binary/mvaw/cont/11._Ferretti_1_piscine_rischi_chimici_2017.pdf
https://old.iss.it/binary/publ/cont/14_21_web.pdf
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https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/pdf/rapporto-covid-19-7-2020.pdf