Aumento delle neoplasie in 26 paesi della UE: trialometani e clorazione delle acque i responsabili
L'inquinamento delle acque di rubinetto provoca 100.000 casi di neoplasie solo negli USA
Lo studio ha valutato per la prima volta i livelli di queste sostanze prodotte dalla disinfezione dell'acqua.
Il tumore della vescica viene associato ad oltre 6,500 mila casi nella Ue, che vengono affiancati ai contaminanti predenti nell'acqua di rubinetto. Centomila sono i casi di tumore stimati negli Usa, a causa dell'acqua di rubinetto contaminata da mix chimici. E' la prima volta che uno studio si propone di valutare i livelli di queste sostanze, che si formano in seguito alla disinfezione dell'acqua potabile. Il POP* chimico riscontrato nell'acqua italiana fa collegare l'1,2% dei casi tumorali alla presenza di idrocarburi clorati, presenti nella rete idrica. Diventano fondamentali i controlli e il rispetto dei limiti. I risultati di uno studio condotto dagli scienziati del Environmental Working Group pubblicato sulla rivista peer-reviewed Hello riporta dati allarmanti.
Il 5% DEI CASI di tumore della vescica in Europa sarebbe da attribuibile all'esposizione prolungata a sostanze come: i trialometani, il cloroformio, il bromodiclorometano, il dibromoclorometano e il bromoformio. Questi composti vengono trovati nell'acqua di rubinetto, e sono definiti: sottoprodotti dei sistemi per la disinfezione a base di cloro, come evidenzia lo studio coordinato dall'Institute for Global Health di Barcellona, pubblicato su Environmental Health Perspectives. La ricerca analizza la presenza di questi composti nell'acqua potabile di 26 Paesi dell'Unione europea, correlandoli con l'incidenza di alcune delle patologie tumorali più diffuse e frequenti. La conclusione è: i trialometani rappresenterebbero un fattore di rischio per 6.500 casi ogni anno, di cui 2.900 potrebbero essere evitati se i Paesi rispettassero le normative UE vigenti in materia.
Il rischio legato ai è rappresentato dall'esposizione a lungo termine ai trialometani, che è associata all'aumento del rischio di tumore della vescica. Ciò non vuol dire che sia stata dimostrata una chiara relazione di causa-effetto: l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro denominata IARC, in concerto con l'Organizzazione Mondiale della Sanità, ha classificato due dei trialometani, cloroformio e diclorobromometano, nel gruppo 2B destinato alle sostanze potenzialmente cancerogene, per le quali esistono molti studi già a partire dagli anni '70 che correlano i prodotti utilizzati per la potabilizzazione con il crescere della diffusione delle patologie oncologiche.
L'indagine dei ricercatori, tra cui gli italiani dell'Università di Modena e Reggio Emilia, hanno analizzato i valori dei trialometani nelle acque municipali tra il 2005 e il 2018. Successivamente hanno correlato i livelli riscontrati con l'incidenza del cancro alla vescica attribuibili a questa tipologia di contaminanti.
Danimarca e Paesi Bassi sono stati i paesi con i valori più bassi e, di conseguenza, con la percentuale più bassa di casi potenzialmente attribuibili ai trialometani, seguiti da Germania, Lituania, Austria, Slovenia, Italia e Polonia. Mentre altri paesei come Cipro (23,2%), Malta (17,9%) e Irlanda (17,2%) hanno le percentuali più elevate.
Per l'Italia viene riportato un valore medio di trialometani di 3,1 microgrammi per litro, quindi si parla di un rapporto di 336 casi su 30 mila che si verificano ogni anno, va ricordato che il cancro alla vescica vede il fumare sigarette tra i principali fattori di rischio, che si calcola essere il 70% del totale dei casi.
Questo è uno studio molto interessante di ciò che sembra essere una sorta di "boomerang" dei sistemi di disinfezione dell'acqua, che a volte può portare alla creazione di sostanze pericolose come i trialometani, commenta Sergio Bracarda, direttore dell'oncologia medica di Santa Maria di Terni, esperto di tumori urogenitali. L'articolo mette in relazione la presenza di queste sostanze con un aumentato rischio di tumori alla vescica, una delle neoplasie più frequenti di sempre. Dopo aver valutato l'esposizione ai trialometani, suggerisce un attento monitoraggio e un miglioramento continuo della qualità dell'acqua potabile italiana, al fine di ridurre ulteriormente i rischi indiretti derivanti dall'uso dell'acqua potabile. Stili di vita virtuosi dovrebbero essere incoraggiati e sostenuti.
La ricerca condotta da scienziati dell'Environmental Working Group, rivela che nel solo 2018 almeno 100.000 casi di cancro negli Stati Uniti sono stati causati da acqua potabile. Questo stato di cose è dovuto principalmente all'arsenico geologico, che fluisce in grandi quantità nelle acque sotterranee, ma anche ai prodotti e sottoprodotti derivanti dalle sostanze chimiche utilizzate per disinfettare l'acqua, durante la potabilizzazione. Lo studio evidenzia anche i contaminanti radioattivi, che ovviamente non possono ancora essere adeguatamente filtrati in grandi quantità, mentre esistono delle tecnologie con applicazioni domestiche che sono in grado di farlo, con buone percentuali di rimozione. Arsenico, pesticidi e materiali radioattivi, come il radon, sono problemi presenti anche nelle acque italiane.
Le amministrazioni statunitensi, come quelle italiane, rimangono comunque conformi alla legge, poiché i valori sono individualmente in ordine, in conformità con le normative vigenti. Ad esempio, nell'acqua fornita dai rubinetti di Washington sono stati trovati fino a 10 contaminanti pericolosi, per i quali è raccomandato il filtraggio, consigliato ma non obbligatorio per legge. Le varie ricerche scientifiche dovrebbe chiarire, che non basta che l'acqua soddisfi le norme in vigore. Infatti può comunque rappresentare un rischio per la salute, come ha affermato Sydney Evans, autore principale dello studio. Questa dovrebbe essere una preoccupazione mondiale, sia urbana che rurale, indipendentemente da quanto sia piccolo o grande il sistema di distribuzione dell'acqua potabile.
La situazione di mix chimico in Italia è ben documentata, sulle pagine del sito del Ministero della Salute l'acqua è definita potabile quando non contiene microrganismi e parassiti, né altre sostanze in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana. Molte delle sostanze nominate in questo articolo hanno ben più di un motivo o di un riscontro per essere considerate potenzialmente pericolose per la salute. Considerando che solo in questo breve testo ne appaiono circa 5, cosa succederebbe, se dovessimo leggere tutti gli studi e le ricerche, di cui ognuna riporta decine e decine di sostanze potenzialmente tossiche. Forse la presenza di una sostanza può non essere allarmante, anche quella di due è tre, passando oltre però viene spontaneo il ragionevole dubbio: tollerare è giusto, ma quando la lista delle cose tollerate è lunga ed in continuo aggiornamento, è evidente che tollerare diventa il vero problema da risolvere.
Sulla stessa pagina, il Ministero della Salute, spiega che la protezione sanitaria, dai rischi derivanti da utilizzo di acque non conformi al consumo umano è affidata in primo luogo al rispetto di valori guida, questi cosiddetti valori guida sono delle concentrazioni consigliate, dettate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, che emana suggerimenti per ogni potenziale contaminante presente nelle acque, attraverso criteri standardizzati di valutazione del rischio. Il solo porre numeri limite, lascerà i problemi irrisolti, l'OMS da dei consigli, nel momento in cui i problemi sono già conclamati, farlo sostanza per sostanza è l'iter che si conosce, poche volte si guarda all'insieme , del resto una casa sta in eretta per anni, perché fondamenta, muri, e tetto sono al loro posto, se solo uno di questi tre elementi mancasse la casa o non sarebbe stata eretta o crollerebbe dopo pochi anni. Monitorare i rischi è importante, fino ad oggi però ha dato pochi risultati pratici: L'amianto è stato ed in circolazione, anche dopo decine di vittime; oggi è presente, ed è prodotto grazie alle nuove norme introdotte da Trump, che prevedono la reintroduzione della catena produttiva relativa all'amianto. Se un prodotto viene messo in produzione, controllare la sua distribuzione diventa difficile, una volta immesso nell'ambiente sarà impossibile che non si disperda, è ciò che avviene ogni giorno, del resto il tempo consuma anche le montagne.
I valori costituiscono la base decisionale per stabilire a livello normativo, europeo e nazionale, internazionale, la concentrazione massima di un contaminante, tale da assicurare un consumo sicuro dell'acqua nell'intero arco di una vita, i cosiddetti valori di parametro. Sì deve però tener conto anche delle fasce di popolazione più deboli come i soggetti in età infantile".
Naturalmente, e lo specifica dettagliatamente anche il sito del Ministero della Salute molto dipende dalle sostanze chimiche presenti nel suolo delle varie zone e non controllabili dall'uomo, ciò non toglie che il concetto di acqua potabile, dettato dalla legge, e ben diverso da quello che comunemente viene inteso, specie alla luce delle dichiarazione del Professor Evans.
Tra i contaminanti geologici nelle acque, il fluoro è un elemento che in concentrazioni moderate, svolge un ruolo protettivo nei denti dei bambini, ha anche un'importante importanza sanitaria. L'esposizione ad alte concentrazioni di fluoro, segnalate in vaste aree geografiche dei vari continenti, con oltre 100 milioni di individui esposti, può portare all'insorgenza di patologie a medio-lungo termine come: la fluorosi dentale e ossea; tali patologie possono assumere più o meno una forma di epidemia; questo è il caso di alcune comunità rurali del Brasile in cui oltre il 62% dei bambini soffre di fluorosi dentale a causa del consumo di acqua contaminata.
Bibliografia:
POP*: Gli inquinanti organici persistenti o POP (acronimo inglese di inquinanti organici persistenti) sono altamente resistenti ai prodotti chimici di decomposizione (alcuni rimangono nel terreno fino a venti anni prima della metà) e hanno alcune proprietà tossiche.I dodici POP prioritari sono: Aldrin, clordano, Diclorodifeniltricloroetano (DDT), dieldrin, endrin, eptacloro, mirex, toxafene, Bifenili policlorurati (PCB), esaclorobenzene, diossine, Furano
https://www.salute.gov.it/portale/temi/documenti/acquepotabili/parametri/TRIALOMETANI.pdf
https://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=633&area=Sicurezza%20chimica&menu=internazionali
https://www.stefanomontanari.net/documenti-pdf/
L'Acqua l'Oro Trasparente, Un approccio ortomolecolare al benessere del terzo millennio, Adolfo Panfili, Valeria Mangani
Guida alla Salute Naturale, Dott. G. Paolo Vanoli e Dott. Alef Taum